Cenni storici del Comune di Scanzorosciate
Ultimo aggiornamento: 4 novembre 2025, 15:58
Comune di Scanzorosciate
Vie di accesso al territorio
Superficie: 11 kmq Altitudine: min mt 279 slm; max mt 686 slm Prefisso telefonico: 035 C.A.P.: 24020 Distanza media da Bergamo: 6 km Popolazione: 10.200 Confini: a ovest con il fiume Serio e Comuni di Ranica, Gorle e Villa di Serio; a sud con il Comune di Pedrengo e Torre dè Roveri; a nord Nembro e Pradalunga; a est con Cenate Sopra e Cenate Sotto. Frazioni: Scanzo capoluogo, Rosciate, Negrone, Tribulina, Gavarno Vescovado. Situata a circa 6 km da Bergamo, si estende su un territorio collinare che parte dalle colline della zona di Gavarno Vescovado alla piana sulla sponda del Serio a est di Bergamo. In particolare Scanzo si è sviluppato ad ovest della roggia Borgogna; ad est si estendono le frazioni di Rosciate, Negrone, Tribulina e Gavarno Vescovado. A Scanzorosciate si può arrivare dall’Autostrada A4 Milano-Venezia, uscendo dal casello di Bergamo o di Seriate.
Cenni storici
Intorno al 400 a.C. il popolo dei Celti si insediò nel territorio di Scanzo e nelle zone limitrofe formando delle piccole comunità. Sull’origine del borgo di Rosciate vi sono differenti teorie: per alcuni è di origine celtica, come anche il nome, per altri è di origine gentilizia.
Scanzo è di origine romana. Infatti nel terzo secolo a.C. la popolazione celtica iniziò a subire la pressione dei romani che estendevano i loro domini dal sud verso il nord della penisola, consolidando con il tempo la supremazia sul territorio e organizzandosi dal punto di vista politico. Nel V secolo l’Impero di Occidente subì l’invasione dei barbari di Alarico. Il borgo romano di Scanzorosciate fu completamente distrutto e gli abitanti si rifugiarono nella rocca sul Monte Bastia: non esiste alcun documento in base al quale stabilire per quanto tempo gli abitanti di Scanzo vissero nella rocca, ma è certo che , nel VII secolo, Scanzo divenne un’ entità autonoma.
Nel 568 con la discesa del popolo longobardo in Italia gli abitanti di Scanzo lasciarono il Monte Bastia per insediarsi in una nuova zona pianeggiante, dove fondarono un nuovo borgo.
Nei secoli XI-XII si affermò quale ordinamento politico il Comune, istituzione che nei due secoli successivi lasciò il posto alla Signoria: in tale periodo il territorio di Scanzo e dei paesi vicini fu teatro di aspre lotte tra Guelfi e Ghibellini, contrapposizione che mascherava interessi all’interno delle città e dei paesi.
Nei secoli XV e XVI il territorio venne occupato dalla Repubblica di Venezia. Durante tale periodo si diffusero, accanto all’attività agricola, attività diversequali l’artigianato e l’esercizio delle libere professioni.
Verso la fine del 1600 si verificarono nel territorio nel territorio bergamasco un’epidemia di peste ed una carestia di gravi proporzioni. Dopo anni di sofferenze e di fame iniziò la rinascita con un cambiamento del sistema agrario che ebbe ripercussioni anche sul territorio di Scanzo.
Accanto alla coltivazione della vite vennero introdotte nuove colture (mais, gelso) che consentirono un miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti.
Nel 1659 Scanzo e Rosciate si divisero amministrativamente e così rimasero fino al 1927.
Nel 1796 la discesa di Napoleone in Italia comportò la fine del dominio veneziano;Bergamo e la provincia entrarono a far parte della Repubblica Cisalpina.
Con il Congresso di Vienna del 1815 la Lombardia fu inserita nell’Impero Austriaco ed infine, dopo la seconda guerra di Indipendenza, nel Regno d’Italia.
Nel 1864 a Scanzo il conte Piccinelli iniziò i primi esperimenti per la produzione del cemento compiendo i primi passi che portarono alla creazione dell’industria
Italcementi.
Con tale iniziativa si avviò anche la trasformazione dell’economia del territorio da agricola ad industriale.
Itinerario storio artistico
Parrocchia di San Pietro Apostolo in Scanzo
La vecchia chiesa (1750), opera in barocchetto lombardo con influenze rococò, dell’architetto G.B. Caniana, sorge in parte sulla precedente chiesa gotica (XIV secolo) ad abside quadrata del periodo cistercense. Affreschi e tele di Vincenzo e Angelo Orelli, di Andrea Talpino detto il Salmeggia ("Consegna delle chiavi a San Pietro") e Raggi ("Caduta di Simon Mago"). Notevole il "Dio Padre" di Palma il Giovane e la statua della Madonna del Rosario di Giacomo Fantoni (primo altare a destra).
La nuova chiesa (1938), progettata dall’ingegnere Fornoni, sorge sull’area ricavata dalla demolizione degli edifici di proprietà dei Martinengo. È un’opera moderna a croce greca, con navata unica e affreschi di Trento Longaretti.